I nuovi cavalieri: come la polizia antisommossa americana ha abbracciato la bicicletta

I nuovi cavalieri: come la polizia antisommossa americana ha abbracciato la bicicletta

The new horsemen: how American riot police embraced the bicycle 

Sicuramente non potevamo non essere attratti da un titolo cosi evocativo, gli ingredienti ci sono tutti, Polizia e bicicletta.  Non voglio porre la vostra attenzione prettamente sul contenuto dell’articolo ma vorrei entusiasmarvi. Non si tratta di elogiare una forza di polzia straniera e tanto meno queste considerazioni vogliono essere un elogio ad un sistema giudiziario tanto diverso e distante dal nostro. Come detto in premessa gli ingredienti essenziali sono racchiusi nel  tipo di servizio. 

In Italia si fatica ad attivare i nuclei di pattuglie in bicicletta, e spesso quando accade sono sempre accompagnate da filosofie Green/Ecologiche, non identificandolo in quello che realmente  è!  Di fatto si tratta di un servizio di polizia, con una forte connotazione di polizia di prossimità e sicuramente ad impatto ambientale quasi nullo. Il giornalista nell’articolo elogia la professionalità di questo nucleo, udite… udite … impegnato nell’ordine pubblico… Apparentemente non hanno nulla di speciale questi uomini, anzi questi cavalieri, se non una bicicletta, e protezioni comunemente utilizzate dai ciclisti che praticano downhill, una buona prestanza fisica, ed hanno ricevuto un addestramento specifico. 

 Sono più mobili, possono creare più facilmente barriere fisiche e le biciclette possono essere utilizzate come armi citazione “Kristian Williams”  

Dismounting as they closed in, they pushed their bikes directly into the heart of the melee. Yelling instructions – “Move BACK!” – they used the bikes, and their bodies, to create a line, pushing back the crowd and separating the antagonists.

La formazione specifica attraverso l’addestramento ha permesso a questi operatoti di muoversi nella folla, e con agilità al loro passaggio semplicemente scendendo dalla bicicletta creavano delle barriere che sbarravano la strada al loro passaggio. Inoltre sono riusciti attraverso gli ordini di polizia e frapponendo le biciclette tra loro e i manifestanti a farle arretrare  dividendo la folla e separare gli antagonisti.aNoi dell’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta crediamo fortemente nel servizio di Bike PAtrol strutturato e formato, e con questo suggestivo articolo vogliamo fare informazione. Bisogna che tutti si rendano conto che i reparti in bicicletta hanno un grosso potenziale, e sicuramente non devo nascondersi dietro un messaggio green, in quanto di fatto è un servizio di polizia. Questo servizio   ha il grosso vantaggio di avvicinare di nuovo la cittadinanza. L’agente in bicicletta è prossimo, è vicino è reattivo alla richieste della popolazione. Insistiamo sul fatto che questo servizio è il collegamento naturale tra il servizio appiedato e quello in auto. Insistiamo che l’attenzione deve essere posta sulla formazione dell’operatore CAVALIERE che “cavalca” la bicicletta e non porre in essere campagne dove la bicicletta diviene la protagonista del servizio. L’articolo completo link, le foto sono state prese dall’articolo

 

 

Perché ho scelto di diventare un Bike Patrol

Perché ho scelto di diventare un Bike Patrol

Sappiamo più o meno tutti utilizzare una bicicletta, perché magari da piccoli i genitori ci hanno messo sopra e noi abbiamo cominciato a pedalare… Da lì abbiamo piano piano imparato anche a nostre spese a rimanere in sella ed affrontare i primi ostacoli. Più in là magari uscendo con gli amici si è continuato a pedalare ed affrontare i primi percorsi, magari anche in off-road, chi meglio o chi peggio, perché, inutile negarlo, c’è chi nasce con la dote di saper andare in bicicletta e chi no e deve soffrire di più per imparare. Le “tecniche” usate per anni sono quelle apprese da amici o derivate da esperienza ma per andare in sicurezza in bicicletta e quindi applicare la giusta tecnica in ogni occasione non basta questo. Bisogna soffermarsi su ogni singola tecnica con la supervisione di una persona esterna, competente, che ti aiuta a risolvere le piccole lacune che ognuno di noi ha, in alcuni casi banali ma in altri anche pericolose. Ecco perché risulta essere fondamentale, nel nostro ambito, frequentare il corso di Bike patrol. Si parte dalla base, L’equilibrio, per passare poi alla salita, alla partenza ed alla discesa operativa che nulla a che vedere con l’utilizzo classico della bicicletta. Tecniche operative riguardanti le cadute, le emergenze che si devono affrontare quotidianamente utilizzando un veicolo di servizio che offre al corpo umano sicuramente meno protezione di una vettura. Tecniche operative riguardanti l’arma da fuoco ed il suo utilizzo in caso di necessità. Come utilizzare la bicicletta per fermare un soggetto potenzialmente pericoloso e molte altre divertenti attività. Si, ho scritto divertenti perché nonostante l’intensità del corso, io l’ho trovato assolutamente divertente. In conclusione, nonostante si abbiamo anni di esperienza, frequentare il corso può davvero cambiare il modo di andare in bicicletta ed ancora più importante, affrontare gli ostacoli con padronanza e sicurezza rendendo ancora più piacevole e funzionale il servizio.