The Innovation of Bike Patrol: Advantages and Implications for Law Enforcement

The Innovation of Bike Patrol: Advantages and Implications for Law Enforcement

The Innovation of Bike Patrol: Advantages and Implications for Law Enforcement

In the modern era, law enforcement is constantly looking for innovative methods to improve safety and efficiency in our cities. One of the strategies that has gained popularity in recent years is the “Bike Patrol.” This approach not only provides an eco-friendly and sustainable solution to traditional motorized patrols, but also presents a range of unique benefits for both officers and the communities they serve. But what exactly are these advantages and how can they positively impact the day-to-day operations of law enforcement?

The article “Impact of a Season of Bike Patrol on Police Officers’ Level of Fitness link article: A Pilot Study” clearly highlights the benefits of Bike Patrol:

1. Improved physical fitness: A season of Bike Patrol resulted in a significant improvement in officers’ grip strength, estimated VO2max, and power developed on the bike.
2. Increased interaction with citizens: Using bikes during patrols makes police officers less intimidating to citizens, promoting interaction between them.
3. Greater coverage of areas: Police officers can effectively cover events, festivals, and any inaccessible areas by car with the use of bikes.
4. Greater speed in urban environments: In a dense urban environment, a bike becomes an advantage as it is not as restrictive as many other vehicles.
5. Increased physical activity during service: Bike patrol provides an opportunity for police officers to be more physically active during their service.
6. Improved safety and efficiency: Good cardiovascular and muscular capacity is essential for Bike Patrol officers to properly and safely carry out their duties.

These benefits underscore the importance and effectiveness of Bike Patrol as a strategy for law enforcement, offering not only operational advantages but also improvements in the health and well-being of officers.

In conclusion, Bike Patrol represents an innovative and sustainable solution that can provide numerous benefits to law enforcement and the community. Adopting this strategy is an opportunity to enhance the safety of citizens and the presence of law enforcement in the community.

 

In a constantly evolving world, it’s crucial to stay focused on our goals and priorities. Each day brings new challenges and opportunities.

Let’s take a moment to reflect on what truly matters, setting aside distractions and concentrating on our objectives. Remember, the key to success isn’t the quantity of work we do, but the quality and effectiveness with which we do it. Today, let’s commit to giving our all in everything we do, with determination and passion. 💪🌟

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L’Innovazione della Pattuglia in Bicicletta: Vantaggi e Implicazioni per le Forze di Sicurezza

L’Innovazione della Pattuglia in Bicicletta: Vantaggi e Implicazioni per le Forze di Sicurezza

English version Nell’era moderna, le forze dell’ordine sono costantemente alla ricerca di metodi innovativi per migliorare la sicurezza e l’efficienza nelle nostre città. Una delle strategie che ha guadagnato popolarità negli ultimi anni è il “Bike Patrol” – la pattuglia in bicicletta. Questo approccio non solo offre una soluzione ecologica e sostenibile alla tradizionale pattuglia motorizzata, ma presenta anche una serie di vantaggi unici sia per gli ufficiali che per la comunità che servono. Ma quali sono esattamente questi vantaggi e come possono influenzare positivamente le operazioni quotidiane delle forze dell’ordine?

Dall’articolo [Impact of a Season of Bike Patrol on Police Officers’ Level of Fitness: A Pilot Study] articolo originale, emergono chiaramente i benefici del Bike Patrol:

1. Miglioramento della condizione fisica: Una stagione di Bike Patrol ha portato a un miglioramento significativo nella forza di presa, nel VO2max stimato e nella potenza sviluppata sulla bicicletta degli agenti.

2. Maggiore interazione con i cittadini:

L’uso della bicicletta durante le pattuglie rende gli agenti di polizia meno intimidatori per i cittadini, promuovendo l’interazione tra loro.

3. Maggiore copertura di aree:

Gli agenti di polizia possono coprire eventi, festival e qualsiasi area inaccessibile in auto in modo più efficace con l’uso della bicicletta.

4. Maggiore velocità in ambienti urbani:

In un ambiente urbano denso, la bicicletta diventa un vantaggio poiché non è così restrittiva come molti altri veicoli.

5. Maggiore attività fisica durante il servizio:

La pattuglia in bicicletta è un’opportunità per avere agenti di polizia più fisicamente attivi durante il servizio.

6. Miglioramento della sicurezza e dell’efficienza:

Una buona capacità cardiovascolare e muscolare è essenziale per gli ufficiali di Bike Patrol per svolgere adeguatamente e in sicurezza i loro compiti.

Questi vantaggi sottolineano l’importanza e l’efficacia del Bike Patrol come strategia per la polizia, offrendo non solo benefici operativi ma anche miglioramenti nella salute e nel benessere degli ufficiali.

In conclusione, il Bike Patrol rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile che può offrire numerosi vantaggi alle forze dell’ordine e alla collettività. L’adozione di questa strategia è un’opportunità per migliorare la sicurezza dei cittadini e la presenza delle forze dell’ordine sul territorio.

🔍 In un mondo in continua evoluzione, è fondamentale rimanere concentrati sui nostri obiettivi e sulle nostre priorità. Ogni giorno ci presenta nuove sfide e opportunità.

Prendiamoci un momento per riflettere su ciò che è veramente importante, mettendo da parte le distrazioni e concentrandoci sulle nostre mete. Ricorda, la chiave del successo non è la quantità di lavoro che svolgiamo, ma la qualità e l’efficacia con cui lo facciamo. Oggi, impegniamoci a dare il massimo in tutto ciò che facciamo, con determinazione e passione. 💪🌟

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Non solo la bicicletta fa il servizio

Non solo la bicicletta fa il servizio

Non solo la bicicletta fa il servizio

ll nonno recitava un detto come se fosse un mantra ed in quanto tale, questo detto mi è rimasto in testa. “Non parlare se non sei interpellato e la tua opinione non interessa a nessuno”.

Anche se potrebbe sembrare una cosa scontata, o suonare come una banalità, ha spesso contraddistinto il mio modo di ragionare ma questa volta mi trovo costretto ad esprimere la mia opinione in quanto contattato da diverse persone nelle ultime ore. Inoltre l’accademia, di cui faccio parte, è stata taggata diverse volte sul post riguardante il “potenziamento dei mezzi in dotazione” della polizia Roma Capitale, pubblicato su FB.

 

La fonte è la seguente:

link  ed estratto del post:

Prosegue il potenziamento dei mezzi in dotazione per una mobilità sostenibile: altre dieci bici entrano a far parte della flotta del Corpo
#PoliziaRomaCapitale


Da ieri queste nuove bici a pedalata assistita sono entrate a far parte della nostra flotta dei veicoli di servizio. Questi mezzi, che si vanno ad aggiungere ai velocipedi già in dotazione al Corpo, sono stati forniti in comodato d’uso gratuito da Lime, importante azienda di micromobilitá impegnata a promuovere e diffondere forme di mobilità condivisa nel segno dell’innovazione e della sostenibilità ambientale.
Dopo le auto ibride e le biciclette già in uso agli agenti, con questi ulteriori strumenti prosegue l’impegno della Polizia Locale nel coniugare le attività di vigilanza ad una mobilità sempre più green.

Sicuramente non spetta a noi entrare nel merito del servizio ma data la nostra specifica competenza, possiamo esprimere un giudizio sul veicolo.

Dal nostro punto di vista questo tipo di bicicletta risulta inadeguata per svolgere il serivzio di pattugliamento. Non soffermandoci sull’estetica, puntiamo specificatamente alla funzionalità dello stesso. “ testato” da semplici cittadini ed essendo nato per il bike sharing poco e nulla si sposa con i servizi di polizia per il controllo del territorio.

In primis Il colore rosso fa si che la pattuglia non venga percepita come tale, il colore studiato dal marketing della nota azienda che ha “fornito” le dieci biciclette rimanda immediatamente all’azienda stessa tanto per cui, basterebbe ciò a far si che queste non venissero date in dotazione al corpo di Polizia Locale piu grande di Europa.

Secondo noi, un turista, alla vista di un agente di polizia locale a bordo di una fiammante bici rossa troverebbe veramente complesso identificare quest’ultimo come appartenente alla municipalità.

Ribadiamo il concetto di semplicità e facilità di riconoscimento. Potrebbe addirittura confonderlo per un appartenente ad un servizio di vigilanza privata.
Come recita il post: “importante azienda di micromobilitá impegnata a promuovere e diffondere forme di mobilità condivisa nel segno dell’innovazione e della sostenibilità ambientale” sorge spontaneo domandarci come possa, questa azienda, parlare di sicurezza e perché la Polizia Locale debba essere cosi depotenziata a livello di immagine ed autorevolezza.

In primis Il colore rosso fa si che la pattuglia non venga percepita come tale. il colore studiato dal marketing della nota azienda che ha “fornito” le dieci biciclette rimanda immediatamente all’azienda stessa tanto per cui, basterebbe ciò a far si che queste non venissero date in dotazione al corpo di Polizia Locale piu grande di Europa.

A nostro parere La bicicletta in questione sarebbe stata ideale per far si che i dipendenti delle municipalità, senza la divisa, in un ottica di green mobility, potessero lasciare l’auto ed utilizzarle per lo spostamento casa/lavoro!
Un altro oggetto di cui si potrebbe parlare molto è il casco scelto dall’Azienda. Assolutamente non funzionale! Ancora una volta gli esperti della comunicazione hanno vinto.

Noi crediamo che il servizio di bike patrol vada attivato con percorso formativo adeguato e con mezzi idonei. (ecco come si attiva legalmente la pattuglia in bicicletta)

Non entriamo nel merito dello sblocco della bici a mezzo dell’applicazione, oltretutto non dedicata specificatamente al Corpo. La bici non è mai prontamente disponibile per il servizio……

P.s.
Il cestino fisso frontale? Quale potrebbe essere la sua funzionalità in ambito di polizia??

 

In Italia si continuano a costituire nuclei di pattuglie in bicicletta dove il presupposto sia quello di saper pedalare…. dove la bicicletta diventa l’oggetto dell’attenzione… dimenticando che è la formazione ciò che rende un operatore migliore e non il mezzo….

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Corso Bike Patrol Polizia Locale Treviso

english version   Il 21 settembre 2020 si sono presentati presso il nostro Comando di Polizia Locale di Treviso i colleghi Mauro ed Andrea, istruttori dell’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta (AIPIB). Il corso “Bike Patrol” (pattuglia in bicicletta) mira a...

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Corso Bike Patrol Polizia Locale Treviso

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   Il 21 settembre 2020 si sono presentati presso il nostro Comando di Polizia Locale di Treviso i colleghi Mauro ed Andrea, istruttori dell’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta (AIPIB). Il corso “Bike Patrol” (pattuglia in bicicletta) mira a formare gli operatori di polizia nelle migliori tecniche di conduzione e uso del velocipede come strumento professionale. Il corso si è svolto in 2 parti: in aula per una prima parte teorica e successivamente in uno spazio aperto per quella che si può sicuramente definire la parte più elettrizzante: la pratica. E così Mauro e Andrea hanno adibito ad hoc il parcheggio retrostante al Comando, predisponendo un percorso formato da coni, conetti, travi, pallet apparentemente complesso per le nostre abituali abilità. Con una degna teoria accompagnata da dimostrazioni pratiche, ci siamo pian piano lanciati nell’impresa. Il primo esercizio è stato uno slalom dalle curve strettissime: questa esercitazione ha fatto cambiare approccio con lo spazio circostante. Il trucco stava nel volgere lo sguardo verso l’uscita della curva ed aprire il ginocchio verso l’interno della stessa, in questo modo la bicicletta girava da sola. Ma attenzione alla prossima curva stretta dal senso opposto! Basso rapporto, bassa velocità ma rapidi nei movimenti. Poi è stata la volta del quadrato. Quattro lati (da un metro l’uno) delimitati da coni entro i quali si doveva ruotare attorno al centro immaginario del quadrato. Di primo acchito apparve a tutti un‘impresa impossibile. Eppure in qualche giorno siamo riusciti a farlo tutti. O meglio, entravamo addirittura in due o tre alla volta dentro al quadrato. Sembrava un circo! Un altro esercizio è stato quello della serpentina. Stesso input: a bassa velocità e col giusto approccio si riesce in tutto. Ancor più tricky è stato lo slalom in cui coni più alti dovevano passare sotto tra il tubo trasversale e la ruota anteriore. Le cose iniziavano a farsi interessanti. Ma pensate che ci saremmo fatti fermare? Assolutamente no, prova e riprova, prova e riprova finché questo cono si decide ad uscire indenne dalla parte giusta. Altri esercizi sono stati: quello di rimanere in equilibrio sopra la bici senza pedalare quindi rimanendo fermi con un margine di pochi centimetri, la caduta laterale in cui ci si chiude a riccio “per non farsi male” a detta di Mauro. Il giorno dopo lividi dappertutto ma sorvoliamo su questi piccoli dettagli. Quando eravamo piccoli, quanti di noi non hanno fatto almeno una derapata azionando il freno posteriore? Credo tutti. Ecco, gli istruttori ci hanno mostrato il miglior modo per esser rapidi nel lasciar la bici e consumare i copertoni come non ci fosse un domani. A parte gli scherzi, nel caso di un inseguimento, questa tecnica torna utilissima. Un po’ di destrezza ci è mancata nel raccogliere al volo la pallina da terra rimanendo in sella senza fermarsi, ciononostante la ciurma non si è limitata nel tentare, tentare e ritentare. Avete presente la nonna come sale e scende dalla sua bicicletta? Ci ha fatto sorridere almeno un po’ la prima volta che l’abbiamo vista. Tuttavia, signori, quello è il modo più conveniente di salire o scendere dal mezzo per un operatore di polizia. Sì, perché è rapido, comodo e pure per i più bassi risulta più facile montare in sella. A Treviso abbiamo diversi parchi su cui vigilare…E come se non pattugliando in bicicletta? La discesa dagli scalini può risultare pericolosa se non si sa come spostare il baricentro. Mauro e Andrea ci hanno insegnato anche questo. E in salita? Bici in spalla, e si cammina! Dopo esserci destreggiati nei movimenti, ecco che arriva il momento delle tecniche operative. Ad esempio, il posizionarsi dietro alla bicicletta e non davanti. Ma perché? Sembra banale ma se il presunto aggressore si avventa contro di te, la bicicletta ti ostacolerà e ti farà cadere. Diversamente, se la bici è davanti a te, sarà l’aggressore a cadere. Abbiamo imparato a fermare un fuggitivo servendoci della struttura della bici, bloccandogli un ginocchio tra telaio e ruota per contenerlo oppure ad usare il velocipede come scudo e a difenderci da un’aggressione con armi bianche. Infine con l’istruttore di tiro, anche lui di nome Andrea, abbiamo approfondito quello che è il tiro dinamico in sella alla bicicletta. La sola simulazione ci ha dato un sacco di adrenalina! Queste tecniche e questi esercizi hanno plasmato la nostra visione delle cose. E’ bello iniziare a guardare il nostro lavoro con occhi nuovi! E’ stata una settimana molto intensa ma possiamo dire che questo corso, oltre a regalarci visioni nuove su questo mezzo di lavoro, ci ha regalato la bellezza delle piccole cose come lo star insieme, conoscersi, ridere, sbagliare, rialzarsi e riprovarci.

Grazie ai colleghi per il senso di squadra respirato: Robazza F., Pillon I., Vitangeli S., Castellaro M., Scarfì L., Zanchetta R., Noal S., Bellinato A., Scarabello D., Cimmino L., Napoli D., Ag. Zanatta C.,  Ag. Sc. Caramel, S.Vettorazzo N. e Moreno.

Un grazie particolare al Comandante Dott. Andrea Gallo per aver dimostrato sensibilità nel darci la possibilità, per nulla scontata, di vivere questa avventura formativa a livello professionale e personale, nonché a Mauro e ai due Andrea per averci arricchito della loro esperienza in queste giornate.

Ag. Zanatta C. e Ag. Sc. Caramel S.

 

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No al Monopattino Milanese in uso di Polizia

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Volevamo porre un focus sullo strumento monopattino, in uso alla polizia locale milanese e di altre polizie locali italiane.
L’accademia, non ritiene idoneo l’utilizzo di questo veicolo “green” per l’uso specifico dell’attività di polizia locale, pur rimanendo un ottimo strumento per la mobilità urbana, si sposa per nulla con l’attivita di polizia.

Nei fotogrammi accanto, altri esempi di Polizia Locale che ha introddo il monopattino. Il Comune di Lecce e il Comune di Firenze. Come potete notare anche in questo caso lo strumento risulta prettamente per l’utilizzo della mobilità elettrica.

Le nostre considerazioni

come si evidenzia dall’articolo del Comune di Milano (link) di cui riportiano un estratto

… Decentrato 1 e 8 gli agenti dedicati, su turni mattina e pomeriggio, che controlleranno la fruibilità dei percorsi e si occuperanno di prevenire e contrastare le soste irregolari. In particolare il servizio, avviato giovedì 25 giugno, in via sperimentale, prevede che una pattuglia per turno presidi l’asse Venezia-Buenos Aires-Monza, i tratti ciclabili lungo la Cerchia dei Navigli e le corsie preferenziali tra Fatebenefratelli e De Amicis. La seconda pattuglia del Nucleo Duomo si occuperà, contemporaneamente, della vigilanza e del controllo dell’asse San Babila-Duomo-Mercanti-Castello.

cosa mai vorra dire prevenire e contrastare le soste irregolari, dalle foto presenti sul sito non sembrerebbe neppure che gli agenti abbiano idoneo materiale al seguito per il compito assegnato.

Alla luce di tutto questo nella colonna accanto abbiamo riportato i punti salienti del motivo della bocciatura del monopattino presentato dalla Polizia Locale di Milano.

^

Primo aspetto

il manubrio di questo monopattino risulta estramamente stretto, e di fatto impedisce all’operatore anche la funzione basilare dell’agente in servizio di viabilità, come l’utilizzo della radio.

^

Secondo aspetto

Le dimensioni delle ruote, non permette all’operatore di affrontare il variegato ambiente urbano, ottimo sicuramente per percorsi asfaltati e privi di buche

^

Terzo aspetto

Per l’utilizzo di questo veicolo non hanno previsto un attrezzatura ad HOC, magari la possibilita di avere un zaino per trasporare il minimo indispensalibe per fare il “lavoro”

^

Aspetto essenziale

Noi siamo fermamente convinti che il veicolo monopattino, al pari di qualsiasi strumento assegnato ad un operatore debba prevedere una Formazione. RImane la nostra considerazione che a livello operativo non porta nessun vantaggio all’agente come potrebbe essere apportato da una bicicletta, e allo stesso tempo riduce al minino  lo sforzo fisico dell’operatore, in quanto il veicolo è a spinta prevalentemente elettrica.

Alcuni scatti della Polizia oltre frontiera che utilizza si un monopattino a prevalente spinta elettrica, ma con delle caratteristi che costruttive piu confortevoli e sicure rispetto al monopattino Milanese.

Sarà nostra cura testare questo tipo di monopattino appena ci sarà l’occasione…. 

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L’aspetto normativo del servizio in bici, anche la pattuglia sottostà al decreto 81/2008

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L’aspetto normativo del servizio in bici,

anche la pattuglia sottostà al decreto 81/2008

il decreto 81/2008 e la pattuglia in bicicletta

La bicicletta di recente è entrata nei grandi centri urbani come un’ottima alternativa agli spostamenti dei veicoli a motore. I vantaggi dati da quest’ultima sono i seguenti: minimo costo di gestione se paragonato all’automezzo, maggiore velocità di spostamento nei centri urbani congestionati, possibilità di poterla “parcheggiare ovunque”, hanno fatto sì che a livello sociale, questo tipo di mobilità venga sempre più accettata e condivisa e soprattutto sostenuta. Inoltre importanti campagne ecologiche hanno stimolato la cittadinanza verso questo tipo di veicolo ad alta efficienza, e ad impatto pressoché zero. Detto ciò, la bicicletta storicamente ha sempre accompagnato le forze di Polizia Locale, in principio come valido strumento di spostamento, poiché i veicoli a motore non erano cosi diffusi. Recentemente affianca le pattuglie in auto nei centri urbani moderni. Questo progetto di ricerca nasce dal quesito “esiste una formazione per attribuire una mansione specifica all’Agente in bicicletta?”. 

A tale proposito sono state analizzate tutte le maggiori situazioni dove vengono impiegati gli operatori che effettuano il servizio in bicicletta nelle forze di polizia italiane, partendo dalla tesi “che non esiste una formazione specifica”, in quanto non risulta esistere una preparazione specifica per questo ruolo . Dalla ricerca è emerso che in Italia non esiste una formazione specifica, o meglio non esiste neppure un infarinatura minima di sicurezza per gli operatori destinati a questo tipo di servizio, se non qualche raro caso, e quasi sempre con grosse lacune che  non soddisfano minimamente gli aspetti tecnico operativi.

Lo sforzo è quello di avviare un vero e proprio reparto specializzato della Polizia (intesa tutta, da quella locale a quella di stato a Carabinieri agli operatori del soccorso), con un’efficace e opportuna formazione ed informazione per gli agenti/operatori che svolgeranno il servizio in bicicletta. 

Questo perché leggendo con attenzione il D.lgs 81/2008, soffermandoci su alcuni articoli quali:

Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono i riferimenti di norma richiesti sono: D.lgs 81/2008 e s.m.i., partendo dall’art. 18 c.1 lett. l) che recita:

1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: ………. omissis ……….

l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37;

Art. 36. Informazione ai lavoratori

1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

………. omissis ……….

Art. 37. Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti

1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:

a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;

b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

………. omissis ……….

Per quanto riguarda la Polizia Locale la figura del “datore di lavoro” viene rappresentata dal Comandante,  la stessa figura compare anche in altre forze di polizia. Partendo dal presupposto che anche le forze di polizia e del soccorso tutte devono attenersi al decreto, spicca immediatamente la condizione di non ottemperanza allo stesso. Viviamo una violazione costante tutte le volte che viene  attivato questo tipo di servizio, non considerando che la bicicletta diviene uno strumento di lavoro quando imbracciata da un  operatore. Quindi assodato che la bicicletta rientra tra gli strumenti di lavoro in dotazione all’agente, ci si chiede come il comandante abbia ottemperato alla formazione ed informazione del proprio personale? 

La ricerca ha evidenziato la grossa criticità italiana, non esiste formazione per questo tipo di servizio, non viene considerata la bicicletta come un opportunità operativa per gli operatori, in quanto non molti hanno la consapevolezza di cosa può fare un operatore preparato. La pattuglia in bici inoltre veste nel modo del tutto naturale la polizia di prossimità, infatti questo operatore è prossimo al cittadino, si immagini con che facilità questi possa fermarsi a dare informazioni rispetto ad un collega in auto, in un centro cittadino congestionato dalla moltitudine di auto.

Inoltre, va aggiunto che il ruolo dell’agente in bici viene percepito come marginale, si usa la bici spesse volte in alternativa al servizio appiedato, quindi questo mezzo non viene considerato sotto l’aspetto operativo, in quanto nessuno ha espresso in modo concreto le potenzialità che lo stesso può avere in ambito dei servizi di polizia. Non vi è una formazione specifica per l’approccio operativo del pattugliamento in bicicletta, non viene affrontato questo aspetto, ma è luogo comune che per andare in bici non serva altro che saper pedale: nulla di più errato, perché questo veicolo offre più opportunità di impiego rispetto al semplice spostamento. Obbiettivo della tesi di master è stato quello di valorizzare il ruolo dell’agente in bici. Sarebbe bello ipotizzare che i giovani vedendo questo tipo di servizio si possano appassionare al tal punto da decidere di svolgere la professione di Agente in Bicicletta.

Nella figura

si può notare una pattuglia della Polizia Locale in servizio in un centro cittadino: si può parlare di D.lgs 81/2008, quando gli agenti non indossano neppure il casco per ciclisti? Si può parlare di identità e specialità di un reparto quando indossano i capi della divisa comune, pur facendo un servizio che per la sua natura necessita di abbigliamento tecnico specifico. I mezzi in dotazione sono idonei per l’utilizzo di pattuglia??? 

Facendo riferimento alla mia regione di appartenenza, il Piemonte, non è descritta in nessun manuale la formazione per l’uso corretto del velocipede in ambito di Polizia Locale e tantomeno le caratteristiche che dovrebbe avere. Anzi, questo tipo di servizio non è mai neppure menzionato, se poi andiamo nello specifico nel volume n°46, al suo interno in tutti gli scenari rappresentati dal pattugliamento alle tecniche di contenimento, non viene mai nominata né raffigurata la bicicletta, essendo questo mezzo utilizzato in molti comuni piemontesi.

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