L’aspetto normativo del servizio in bici, anche la pattuglia sottostà al decreto 81/2008

L’aspetto normativo del servizio in bici, anche la pattuglia sottostà al decreto 81/2008

L’aspetto normativo del servizio in bici,

anche la pattuglia sottostà al decreto 81/2008

il decreto 81/2008 e la pattuglia in bicicletta

La bicicletta di recente è entrata nei grandi centri urbani come un’ottima alternativa agli spostamenti dei veicoli a motore. I vantaggi dati da quest’ultima sono i seguenti: minimo costo di gestione se paragonato all’automezzo, maggiore velocità di spostamento nei centri urbani congestionati, possibilità di poterla “parcheggiare ovunque”, hanno fatto sì che a livello sociale, questo tipo di mobilità venga sempre più accettata e condivisa e soprattutto sostenuta. Inoltre importanti campagne ecologiche hanno stimolato la cittadinanza verso questo tipo di veicolo ad alta efficienza, e ad impatto pressoché zero. Detto ciò, la bicicletta storicamente ha sempre accompagnato le forze di Polizia Locale, in principio come valido strumento di spostamento, poiché i veicoli a motore non erano cosi diffusi. Recentemente affianca le pattuglie in auto nei centri urbani moderni. Questo progetto di ricerca nasce dal quesito “esiste una formazione per attribuire una mansione specifica all’Agente in bicicletta?”. 

A tale proposito sono state analizzate tutte le maggiori situazioni dove vengono impiegati gli operatori che effettuano il servizio in bicicletta nelle forze di polizia italiane, partendo dalla tesi “che non esiste una formazione specifica”, in quanto non risulta esistere una preparazione specifica per questo ruolo . Dalla ricerca è emerso che in Italia non esiste una formazione specifica, o meglio non esiste neppure un infarinatura minima di sicurezza per gli operatori destinati a questo tipo di servizio, se non qualche raro caso, e quasi sempre con grosse lacune che  non soddisfano minimamente gli aspetti tecnico operativi.

Lo sforzo è quello di avviare un vero e proprio reparto specializzato della Polizia (intesa tutta, da quella locale a quella di stato a Carabinieri agli operatori del soccorso), con un’efficace e opportuna formazione ed informazione per gli agenti/operatori che svolgeranno il servizio in bicicletta. 

Questo perché leggendo con attenzione il D.lgs 81/2008, soffermandoci su alcuni articoli quali:

Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono i riferimenti di norma richiesti sono: D.lgs 81/2008 e s.m.i., partendo dall’art. 18 c.1 lett. l) che recita:

1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: ………. omissis ……….

l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37;

Art. 36. Informazione ai lavoratori

1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

………. omissis ……….

Art. 37. Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti

1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:

a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;

b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

………. omissis ……….

Per quanto riguarda la Polizia Locale la figura del “datore di lavoro” viene rappresentata dal Comandante,  la stessa figura compare anche in altre forze di polizia. Partendo dal presupposto che anche le forze di polizia e del soccorso tutte devono attenersi al decreto, spicca immediatamente la condizione di non ottemperanza allo stesso. Viviamo una violazione costante tutte le volte che viene  attivato questo tipo di servizio, non considerando che la bicicletta diviene uno strumento di lavoro quando imbracciata da un  operatore. Quindi assodato che la bicicletta rientra tra gli strumenti di lavoro in dotazione all’agente, ci si chiede come il comandante abbia ottemperato alla formazione ed informazione del proprio personale? 

La ricerca ha evidenziato la grossa criticità italiana, non esiste formazione per questo tipo di servizio, non viene considerata la bicicletta come un opportunità operativa per gli operatori, in quanto non molti hanno la consapevolezza di cosa può fare un operatore preparato. La pattuglia in bici inoltre veste nel modo del tutto naturale la polizia di prossimità, infatti questo operatore è prossimo al cittadino, si immagini con che facilità questi possa fermarsi a dare informazioni rispetto ad un collega in auto, in un centro cittadino congestionato dalla moltitudine di auto.

Inoltre, va aggiunto che il ruolo dell’agente in bici viene percepito come marginale, si usa la bici spesse volte in alternativa al servizio appiedato, quindi questo mezzo non viene considerato sotto l’aspetto operativo, in quanto nessuno ha espresso in modo concreto le potenzialità che lo stesso può avere in ambito dei servizi di polizia. Non vi è una formazione specifica per l’approccio operativo del pattugliamento in bicicletta, non viene affrontato questo aspetto, ma è luogo comune che per andare in bici non serva altro che saper pedale: nulla di più errato, perché questo veicolo offre più opportunità di impiego rispetto al semplice spostamento. Obbiettivo della tesi di master è stato quello di valorizzare il ruolo dell’agente in bici. Sarebbe bello ipotizzare che i giovani vedendo questo tipo di servizio si possano appassionare al tal punto da decidere di svolgere la professione di Agente in Bicicletta.

Nella figura

si può notare una pattuglia della Polizia Locale in servizio in un centro cittadino: si può parlare di D.lgs 81/2008, quando gli agenti non indossano neppure il casco per ciclisti? Si può parlare di identità e specialità di un reparto quando indossano i capi della divisa comune, pur facendo un servizio che per la sua natura necessita di abbigliamento tecnico specifico. I mezzi in dotazione sono idonei per l’utilizzo di pattuglia??? 

Facendo riferimento alla mia regione di appartenenza, il Piemonte, non è descritta in nessun manuale la formazione per l’uso corretto del velocipede in ambito di Polizia Locale e tantomeno le caratteristiche che dovrebbe avere. Anzi, questo tipo di servizio non è mai neppure menzionato, se poi andiamo nello specifico nel volume n°46, al suo interno in tutti gli scenari rappresentati dal pattugliamento alle tecniche di contenimento, non viene mai nominata né raffigurata la bicicletta, essendo questo mezzo utilizzato in molti comuni piemontesi.

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I nuovi cavalieri: come la polizia antisommossa americana ha abbracciato la bicicletta

The new horsemen: how American riot police embraced the bicycle 

Sicuramente non potevamo non essere attratti da un titolo cosi evocativo, gli ingredienti ci sono tutti, Polizia e bicicletta.  Non voglio porre la vostra attenzione prettamente sul contenuto dell’articolo ma vorrei entusiasmarvi. Non si tratta di elogiare una forza di polzia straniera e tanto meno queste considerazioni vogliono essere un elogio ad un sistema giudiziario tanto diverso e distante dal nostro. Come detto in premessa gli ingredienti essenziali sono racchiusi nel  tipo di servizio. 

In Italia si fatica ad attivare i nuclei di pattuglie in bicicletta, e spesso quando accade sono sempre accompagnate da filosofie Green/Ecologiche, non identificandolo in quello che realmente  è!  Di fatto si tratta di un servizio di polizia, con una forte connotazione di polizia di prossimità e sicuramente ad impatto ambientale quasi nullo. Il giornalista nell’articolo elogia la professionalità di questo nucleo, udite… udite … impegnato nell’ordine pubblico… Apparentemente non hanno nulla di speciale questi uomini, anzi questi cavalieri, se non una bicicletta, e protezioni comunemente utilizzate dai ciclisti che praticano downhill, una buona prestanza fisica, ed hanno ricevuto un addestramento specifico. 

 Sono più mobili, possono creare più facilmente barriere fisiche e le biciclette possono essere utilizzate come armi citazione “Kristian Williams”  

Dismounting as they closed in, they pushed their bikes directly into the heart of the melee. Yelling instructions – “Move BACK!” – they used the bikes, and their bodies, to create a line, pushing back the crowd and separating the antagonists.

La formazione specifica attraverso l’addestramento ha permesso a questi operatoti di muoversi nella folla, e con agilità al loro passaggio semplicemente scendendo dalla bicicletta creavano delle barriere che sbarravano la strada al loro passaggio. Inoltre sono riusciti attraverso gli ordini di polizia e frapponendo le biciclette tra loro e i manifestanti a farle arretrare  dividendo la folla e separare gli antagonisti.aNoi dell’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta crediamo fortemente nel servizio di Bike PAtrol strutturato e formato, e con questo suggestivo articolo vogliamo fare informazione. Bisogna che tutti si rendano conto che i reparti in bicicletta hanno un grosso potenziale, e sicuramente non devo nascondersi dietro un messaggio green, in quanto di fatto è un servizio di polizia. Questo servizio   ha il grosso vantaggio di avvicinare di nuovo la cittadinanza. L’agente in bicicletta è prossimo, è vicino è reattivo alla richieste della popolazione. Insistiamo sul fatto che questo servizio è il collegamento naturale tra il servizio appiedato e quello in auto. Insistiamo che l’attenzione deve essere posta sulla formazione dell’operatore CAVALIERE che “cavalca” la bicicletta e non porre in essere campagne dove la bicicletta diviene la protagonista del servizio. L’articolo completo link, le foto sono state prese dall’articolo

 

 

Corso di Formazione Perpignan giugno 2019

Corso di Formazione Perpignan giugno 2019

Gli Istruttori di Aipib, nelle date del 04,05,06,07 Giugno 2019, in qualità di Agenti della Polizia Locale di Alessandria, hanno potuto partecipare ad uno stage formativo, organizzato dalla Polizia Municipale di Perpignan, nel sud della Francia, grazie ad un percorso di dialogo, cooperazione e scambio di idee tra gli operatori delle polizie d’Europa, in merito al sempre più indispensabile, Bike Patrol. ( Allo stage hanno preso parte anche due operatori della Polizia Locale di Anversa e quattro operatori della Polizia Locale Catalana.) Aipib e’ sempre più fermamente convinta che il delicato tema della preparazione e la formazione degli operatori, sia la chiave di volta per svolgere il proprio servizio, senza dover essere esposti a rischi eccessivi e grazie ad essa, riuscire ad offrire, quella prossimità richiesta dai cittadini. Nella prima giornata, dopo un breafing lungo e ben articolato, sono state elencate le problematiche che affliggono, ormai, tutti i grossi e medi centri cittadini, e le varie tecniche di risoluzione, secondo le vigenti normative dei rispettivi Paesi. Ovviamente i partecipanti si sono immediatamente resi conto che, non vi erano immani differenze. Tutti gli operatori devono quotidianamente affrontare episodi relativi allo spaccio di stupefacenti, al consumo smodato di Alcool, alla micro criminalità ecc… Al termine della discussione, tutti a bordo dei propri veicoli per affrontare percorsi di varie tipologie e difficoltà atti a migliorare le capacità di guida e di risoluzione imprevisti. Duro si ma estremamente interessante. Nella seconda e terza giornata, sono state analizzate tecniche di immobilizzazione e neutralizzazione di una minaccia, controlli veicolari particolari, controlli documentali e tecniche di combattimento (utilizzando un figurante indossante l’attrezzatura RedMan impiegata proprio per simulare pienamente la realtà di una aggressione). Nella quarta ed ultima giornata gli operatori hanno potuto assistere ad una dimostrazione di cooperazione tra unità cinofila e bike patrol, ed a come si debba utilizzare il Taser in caso di minaccia elevata. Estremamente stimolante ed arricchente lo stage si concludeva con strette di mano cosi salde da far credere agli operatori partecipanti, di essere entrati a far parte di una famiglia solida, senza confini.

Perché ho scelto di diventare un Bike Patrol

Perché ho scelto di diventare un Bike Patrol

Sappiamo più o meno tutti utilizzare una bicicletta, perché magari da piccoli i genitori ci hanno messo sopra e noi abbiamo cominciato a pedalare… Da lì abbiamo piano piano imparato anche a nostre spese a rimanere in sella ed affrontare i primi ostacoli. Più in là magari uscendo con gli amici si è continuato a pedalare ed affrontare i primi percorsi, magari anche in off-road, chi meglio o chi peggio, perché, inutile negarlo, c’è chi nasce con la dote di saper andare in bicicletta e chi no e deve soffrire di più per imparare. Le “tecniche” usate per anni sono quelle apprese da amici o derivate da esperienza ma per andare in sicurezza in bicicletta e quindi applicare la giusta tecnica in ogni occasione non basta questo. Bisogna soffermarsi su ogni singola tecnica con la supervisione di una persona esterna, competente, che ti aiuta a risolvere le piccole lacune che ognuno di noi ha, in alcuni casi banali ma in altri anche pericolose. Ecco perché risulta essere fondamentale, nel nostro ambito, frequentare il corso di Bike patrol. Si parte dalla base, L’equilibrio, per passare poi alla salita, alla partenza ed alla discesa operativa che nulla a che vedere con l’utilizzo classico della bicicletta. Tecniche operative riguardanti le cadute, le emergenze che si devono affrontare quotidianamente utilizzando un veicolo di servizio che offre al corpo umano sicuramente meno protezione di una vettura. Tecniche operative riguardanti l’arma da fuoco ed il suo utilizzo in caso di necessità. Come utilizzare la bicicletta per fermare un soggetto potenzialmente pericoloso e molte altre divertenti attività. Si, ho scritto divertenti perché nonostante l’intensità del corso, io l’ho trovato assolutamente divertente. In conclusione, nonostante si abbiamo anni di esperienza, frequentare il corso può davvero cambiare il modo di andare in bicicletta ed ancora più importante, affrontare gli ostacoli con padronanza e sicurezza rendendo ancora più piacevole e funzionale il servizio.